Cosa sono i pain point? Se fai una semplice ricerca sul web, la traduzione in italiano di pain point che ti verrà fuori è “punti dolenti”.
In effetti i pain point sono proprio un problema, o un ostacolo, che il cliente potrebbe avere in fase di acquisto.
Ciò significa che questi “punti dolenti” possono fare la differenza tra il successo o il fallimento di un prodotto o servizio.
Se la tua intenzione è quella di diventare un copywriter, o se lo sei già, il tuo obiettivo dovrà essere proprio quello di affrontare a spada tratta i pain point, in modo da eliminarli e far andare a buon fine l’acquisto.
L’obiettivo è naturalmente quello di registrare più vendite, evitando in maniera agevole tutti i possibili ostacoli che il cliente si pone. Per fare questo, i punti di dolore non vanno ignorati ma, al contrario, devono essere utilizzati a proprio vantaggio attraverso il copywriting.
Ma come si utilizzano i pain point?
In questo articolo ti mostrerò alcuni esempi di pain point e i modi per utilizzarli al meglio nella tua strategia di marketing.
Struttura di un pain point
Ciò che ci interessa capire, prima di ogni altra cosa, è come sia strutturato un pain point, e in che occasioni questo possa verificarsi.
Per farlo voglio prenderti un esempio pratico, facendo riferimento al servizio di streaming online più famoso di tutti: Netflix.
Osserviamo un attimo insieme la landing page e cerchiamo di scovare i punti dolenti.
Come puoi notare, la landing di Netflix evidenzia subito alcuni pain point, in modo da rispondere subito a eventuali dubbi o incertezze da parte del possibile cliente.
Il primo è quel “Senza limiti”. Uno dei dubbi che potrebbe avere il cliente è: “si ok, pago €10 al mese, ma cosa posso vedere?”
La risposta arriva subito, puoi vedere tutto senza limiti.
Il punto che mi interessa maggiormente, però, e sul quale voglio invitarti a riflettere e quel “Disdici quando vuoi” inserito poco più in basso. L’obiettivo di chi propone un servizio di streaming è naturalmente quello di registrare quanti più abbonamenti possibile.
Perché allora dire al cliente che c’è la possibilità di disdire? Perché ricordargli che può farlo?
Il motivo è che uno dei pain point di chi ha intenzione di abbonarsi a un servizio di streaming, è proprio il dover pagare in maniera ricorrente, avendo magari difficoltà a disdire.
Netflix, invece, fa in questo caso un qualcosa di molto intelligente: te lo dice subito che puoi disdire e, come mostrato nell’immagine qui in basso, addirittura te lo ricorda una seconda volta PRIMA ancora che tu ti abboni.
Naturalmente questo è un esempio e ogni prodotto o servizio ha i suoi pain point customer journey da dover affrontare e, in più, ogni cliente potrebbe avere un punto di dolore differente.
Quello che abbiamo capito, però, da questo esempio è che:
- I pain point sono problemi stratificati e, proprio per questo, è fondamentale scavare a fondo ed eseguire un’analisi precisa al fine di individuarli.
- Questi possono variare a seconda del cliente e del suo approccio al prodotto. Pertanto è importante cercare di rispondere al maggior numero di punti di dolore in maniera efficace.
Ma come si applica tutto questo al copy? Come si utilizzano i pain point nel copywriting?
Vediamolo insieme!
Come utilizzare i pain point nel copywriting
Ora che abbiamo compreso cosa siano i pain point, è il momento di capire come possiamo utilizzarli nel copywriting.
Per affrontare i punti di dolore e uscirne vincitori, ci sono infatti diversi approcci validi.
1. Utilizzare i pain point in una landing page
2. Sfruttare i pain point per la SEO
3. Utilizzare i pain point per il naming
- Subito.it
- Trovaprezzi.it
- PrestitoSI
4. Pain Point per il social copy

CEO di Colpi di Penna e Copywriter a tempo pieno. Vivo praticamente con le dita sulla tastiera 7 giorni su 7 e sono riuscito a rendere la mia passione per la scrittura un lavoro a tutti gli effetti.
Sono specializzato in Copywriting, Ghostwriting e Social Media Marketing oltre ad aiutare gli aspiranti Copy a specializzarsi in questo settore.
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